Perché intervistare Martina Tallon
Intervistare Martina Tallon di Vegan Cucina Felice, perché un giorno ci siamo scritte ed è stato così naturale che in fondo mi sembra di conoscerla.
No, non sto scherzando Martina Tallon per i più Martina di Vegan Cucina Felice è una delle persone più positive che io abbia conosciuto e non ci siamo nemmeno conosciute fisicamente.
Instagram mi sta regalando grandi sorprese, se usato con la testa è davvero uno strumento meraviglioso.
Iniziamo l’intervista con Martina Tallon, che da qui in poi sarà Martina.
La tua bio in un minuto se questo fosse un vocale?
Se fosse un vero vocale ci metterei almeno 3 minuti, non so perché non mi riesce di essere rapida. Per tua fortuna, il mestiere mi ha invece insegnato a selezionare bene le parole scritte.
Per non barare però, farò un mix “Sono Martina, nata 32 anni anni fa nella provincia di Venezia, vegana e da 10, blogger da 8, scrittrice di diari, poesie, vaneggi e biglietti da 20, copy da 6, giornalista pubblicista da 2. A Padova da 1 e mezzo, stabile mai, nomade sempre.
Cultrice dell’aperitivo, della pizza napoletana, credo nelle donne libere, negli uomini che credono in loro e negli animali, che non mentono mai.
Ho frequentato il liceo linguistico, sono laureata in diritti umani e politiche per la pace ma scrivo di cucina, alimentazione, locali. So chi sono ma non mi piace seguire una linea retta, forse nemmeno la retta via. Qualche anno fa mia madre mi disse:”Ma io e papà non potevamo farti un po’ più semplice?” A quel punto mi sono assicurata che mi avrebbero comunque amata anche se avessi deciso di andare in Antartide ad accarezzare i pinguini. Hanno detto sì e io vivo serena.

Nel tuo “qualcosa di me” ci racconti tanto, ma un tuo desiderio?
Sogni nel cassetto: scrivere per una rivista femminile importante e portare il tofu al grande pubblico senza pipponi; abitare in un attico con orto urbano; invecchiare bene come Jane Fonda assieme al mio compagno (che può invecchiare come vuole, ma spero benino!).
Come mai il Senza Glutine è una sezione del tuo sito?
Ho inserito il tag senza glutine per due motivi: sono sensibile alle necessità di chi “mangia diversamente” e perché mi sono resa conto che il glutine non è una parte preponderante della mia dieta.
Mangio quasi sempre pasta di legumi, molto riso, il seitan è una rarità e acquisto pochissimi prodotti confezionati. Anche le mie ricette “lievitate” sono spesso low gluten, con una buona percentuale di farina gluten-free.
Ridurre il glutine mi fa sentire meglio. Ti confesso che mi piacerebbe avere il tempo e gli strumenti (non mi improvviso mai) di curare di più questa sezione vegan & gluten-free, mi sei stata di stimolo e ti ringrazio!
Quanto spesso ti capita di dover spiegare perché sei Vegana?
Mi succede sempre meno e ne sono felice. Semplicemente perché quasi nessuno lo chiede con la genuina intenzione di ascoltare davvero la risposta e mettersi in discussione. Ormai mi capita di rado anche di dovermi auto-dichiarare.
Quando ho dovuto specificare di essere vegana, in passato, non è mai stato in positivo. Ha sempre rappresentato un attestato di appartenenza a una minoranza, tollerata forse, ma non così tanto.
Ad oggi, in situazioni conviviali non devo nemmeno più esplicitarlo: gli amici lo sanno, i parenti pure, i conoscenti anche, e spesso rispondono per me.
Inoltre reperire alternative vegetali è sempre più facile, anche con qualche modifica: “Mi porteresti la pasta alla zucca senza bacon?” “Sì, un po’ di ricotta salata?” “No, ti ringrazio”. Questo è ciò che mi aspetto da un bistrot. Funziona così la metà delle volte, per l’altra metà ti arriva la pasta con la ricotta e la scarti. Di necessità virtù.
La città nel Mondo in cui trovare opzioni Vegan e Gluten free è stato più semplice?
Ad oggi direi Berlino. Talmente avanti da presentare la proposta vegana a tutti i livelli, dal raw-chic al kebabbaro vegan.
Condividere per te è?
Quasi tutto. Sono riservata e non confido le mie intimità alla leggera ma non potrei mai nascondere le cose davvero importanti ai miei affetti più sinceri.
A livello meno profondo, trovo che la condivisione acuisca il piacere di tutto: cucinare, vedere un film, andare a una mostra, visitare una città. Fa parte del mio modo di essere, di lavorare.
Quando mi chiedono di raccontare storie sono al settimo cielo: ogni piccolo passo verso una direzione è importante, condividerlo con sincerità lo rende più reale.
Esiste un cibo per cui prendersi un aereo per poterlo rimangiare?
Sì, e lo faccio ogni anno. Prendo un aereo per Napoli e mi metto in coda, stappando due birre prese al bar al di là della strada, per la marinara dell’Antica Pizzeria da Michele.
Quante persone celiache conosci?
Solamente una e ci intendiamo alla grande, soprattutto durante i mega pranzi tra amici. Noi abbiamo i piatti riservati e la prendiamo con allegria.
Mi racconti l’emozione di scrivere un libro?
Un’altalena di emozioni.
Un chiedersi continuamente: avrò il tempo necessario? Avrò studiato abbastanza? Piacerà? Ho pensato alle ricette giuste? Scrivere e pubblicare i miei due libri di ricette mi ha insegnato che per tenere a bada l’ansia, anche quella da prestazione, bisogna FARE, senza troppe domande o dietrologie. Magari poi si aggiusta il tiro, prima però bisogna partire. Ed è stato un bel viaggio.

Senza macchina del pane che vita sarebbe?
Un disastro. Fra qualche anno l’evoluzione emotiva mi porterà ad impastare, me lo sento. Per ora, però, non amo avere le mani in pasta: ci pensano la macchina del pane (o meglio dire, visto l’uso che ne faccio, della pizza) o il mio compagno Fabio, ha un talento per i lievitati che spero di acquisire per osmosi!
La cosa che non sopporti quando sei fuori a cena?
Non sopporto quando mi viene negata l’opportunità di godermela. Per una serie di motivi: scarsa disponibilità della cucina a modificare i patti, menù poco chiari – Cosa sarà veggie? Vegetariano o vegano?- e pietanze che non rispettano le premesse.
Ad esempio, gli hamburger vegani sono sempre meno grandi, meno ghiotti, con meno salsa … perché?
Sempre più spesso Senza Glutine e Vegano vengono associati credi sia positivo?
Si rischia di fare una gran confusione. Credo sia importante distinguere e semmai accomunare in un secondo momento.
Mi piacerebbe trovare opzioni vegane e senza glutine, a patto che esistano anche distinte. Altrimenti è come dire “prima le donne e i bambini”, un pò discriminatorio.
Lato beauty perché consiglieresti prodotti vegan?
Vegan & cruelty-free, sempre. Il cibo è in parte identitario ed è difficile scardinare le abitudini consolidate, ma quando si tratta di beauty fare una scelta pacifica è doveroso.
Ormai i marchi vegan friendly sono tantissimi e ottimi, tendenzialmente più attenti alla naturalità e alla qualità dei prodotti impiegati.
A cosa fai attenzione quando decidi di provare un nuovo brand?
Alle intenzioni di fondo e alla realtà dei fatti. Posso accettare uno scivolone in buona fede ma non le mosse di marketing scorrette. Peggio ancora i passi falsi un pò ignoranti.
Leggere “hamburger vegetali” e trovare tra gli ingredienti l’albume d’uovo è scoraggiante. Vale in tutti i campi, non solamente in quello alimentare.
Hai un ricordo divertente sul tuo essere vegana che ti va di condividere?
Il primo. Anzi, ero vegetariana ma è comunque divertente.
Giorno meat-free numero uno, pausa pranzo all’università, mi siedo al solito bar, ordino una piadina con il prosciutto crudo, la mangio. Esco, sbianco e dico:”Oh cazzo!!” Non mi è mai più successo.
Dovessi spiegare perché è importante fare attenzione a ciò che scegliamo e mangiamo ad un bambino?
Gli direi che quando sceglie un colore anziché un altro per il suo disegno prende una decisione che incide sulla sua buona riuscita. Lo stesso è per il cibo: se vogliamo stare bene a fine giornata dobbiamo mangiare bene, facendo delle scelte, piccole e importanti.
Un consiglio da vegana a celiaca?
Non rinunciare mai a un party figo per timore che non ci sia niente di adatto da mangiare. Vai, and see what happens.
Chiudo così, più Martina Tallon nel Mondo.
Grazie per la disponibilità, l’energia e gli stimoli. Non serve incontrarsi fisicamente per conoscersi, serve aprirsi alla possibilità e questa intervista è stata così inspiring che ho una follia di nuove idee e desideri.
Grazie