Francesca di The Bluebird Kitchen
Ho scoperto The Bluebird Kitchen per caso in un pomeriggio al parco, ho incontrato una persona che non vedevo da un pò e ci siamo messe a chiacchierare.
Non so come mai non mi fosse mai uscito prima il profilo ma da quando Francesca è entrata nella mia quotidianità ho subito sviluppato il desiderio di intervistarla.
Francesca è la mente, il corpo e il viso di The Bluebird Kitchen la padrona di casa, una donna sempre sorridente capace di cambiare e bravissima in quello che fa.
Partiamo con la classica domanda dei Blah Blah Blah con:
La tua bio in un minuto se questo fosse un vocale?
Francesca, 35 anni tra poco, Toscana di origine ma Varesina di adozione.
Sognatrice, confusionaria, testarda. Se mi metto in testa qualcosa devo farla ORA o perdo interesse e passo a quella successiva.
Ho provato tante strade e forse solo ora sono riuscita ad imboccarne una che per il momento mi piace.
Amo il silenzio e la solitudine, ho pochissimi amici, non mi accontento praticamente mai ma sono molto flessibile nella quotidianità della vita (mi adatto praticamente ovunque senza grosse difficoltà).

Instagram – The Bluebird Kitchen
Hai detto che per te aprire The Bluebird Kitchen è stato terapeutico, ti va di spiegarmi perché?
Perché per la prima volta mi sono sentita nel posto giusto.
Non mi sono quasi mai sentita a mio agio nella vita ed è il motivo per cui ho cambiato spesso strada in una perenne ricerca del posto giusto per me.
Con il blog sono finalmente riuscita a trovarlo.
The Bluebird Kitchen mi ha permesso di sentirmi meno sola, ho conosciuto finalmente persone a me affini, con i miei interessi e una visione comune del futuro.
Fino a quel momento era successo solo con una persona.
Il tuo piccolo angolo di Mondo nato per gioco ora è?
Ora si è trasformato in un lavoro in continua evoluzione e nella porta che mi ha permesso di afferrare molte opportunità che mai pensavo sarebbero potute essere possibili.
Hai amici celiaci?
Amici no, conoscenti sì
Dovessi spiegare ad un bambino perché è importante vivere in modo sostenibile?
Credo che forse un bambino sarebbe in grado di spiegarmi meglio perché è importante, visto che non ha ancora sviluppato tutta una serie di meccanismi che ci hanno portato dove siamo ora.
In realtà cercare di vivere in un modo più sostenibile ha alla base uno dei concetti più basilari ed innati: nessuno distruggerebbe volontariamente la propria casa.
Anzi, uno la casa la vuole tenere pulita, in ordine, la rispetta, vuole che duri il maggior tempo possibile.
Ecco, il concetto di vita sostenibile non è tanto diverso, solo che la casa ha una scala un po’ più grande.
Cucinare senza glutine per te é?
Una sfumatura. Non mi soffermo mai su cosa non c’è in un piatto, piuttosto l’attenzione è su quello che c’è.
Preparo spesso piatti senza glutine semplicemente perché il glutine non è sempre così fondamentale 🙂
Poi è chiaro che nel momento in cui ho di fronte una persona con delle problematiche di salute, allora lì l’attenzione è d’obbligo.

Il posto nel Mondo in cui la cui cucina ti ha sorpresa e fatta felice?
Lo Sri Lanka. Mi sono innamorata di quell’isola e del loro cibo.
Credo di poter dire che condividiamo il valore del concetto “mangiare con gli occhi” anche per te il cibo ha un lato emotivo?
Molto ed è il motivo per cui mi arrabbio quando spesso vedo abbinare al concetto di “vegetariano” o “leggero” quello di “tristezza” o “insapore”.
Avere davanti un bel piatto colorato, saporito, profumato, aiuta subito a sentirsi meglio e a non soffermarsi su quello che non c’è, ma soprattutto su quello che invece c’è all’interno del piatto!
Come scegli il cibo che non puoi coltivare o allevare?
Cerco di prediligere quanto più possibile la qualità e la loro eticità (anche se non sempre è facile conoscere tutta la storia del prodotto), puntando quando posso su piccole realtà. Non sempre è facile ma cerco di farlo il più possibile.
Amo i tuoi consigli se potessi regalarmene 3 quali sarebbero?
Lascia andare, migliorati sempre, fidati del tuo istinto ma usando la testa.